Dal mare, come il mare: un salotto in ‘plastica oceanica’.
Tondeggianti, energetici, compatti e fluidi come una goccia di mercurio; dinamici, ampi e avvolgenti come onde; scultorei e sempre mutevoli allo sguardo nella complessità organizzata che ricorda formazioni cristalline. Il segno inconfondibile, empatico e seducente di Karim Rashid è una scelta perfetta per dare corpo e splendore ai rifiuti plastici raccolti sulle spiagge e nei mari e rigenerati in un materiale azzurro e trasparente, come l’acqua limpida o l’orizzonte di un futuro che dobbiamo preservare.
La collezione di arredi Oceana è stata disegnata per il progetto “Circular Ocean Plastic” di Solaris Community, community globale che accoglie la supply chain coinvolta nel riciclo e nell’upcycling di materiali rigenerati in oggetti di qualità. La piattaforma valorizza la contaminazione di tecnologie e competenze in un modello produttivo a circuito chiuso, che muove dallo sviluppo progettuale alla gestione del riciclo delle materie post-consumo, alla realizzazione di prodotti unici o di grande serie, alla promozione di mostre ed eventi. Tra le aziende e le organizzazioni sostenitrici figura la Commissione Economica e Sociale per l’Asia e il Pacifico (ESCAP), uno dei cinque organi regionali delle Nazioni Unite.
Natural born furniture
L’apporto creativo di designer e artisti è essenziale per rendere il riciclo un upcycling. La rinascita dei materiali ricavati da manufatti post-consumo ha ragion d’essere solo in nuovi prodotti concepiti per durare il più a lungo possibile, da usare e amare per la loro funzionalità e bellezza.
“Ho molto rispetto per Solaris e per gli obiettivi che si è posta – spiega il designer Karim Rashid – Lo sviluppo di oggetti prodotti con tecnologia additiva non solo preserva il Pianeta raccogliendo i rifiuti plastici che inquinano i mari e le spiagge, ma è una manifattura on demand: a mio parere, è la via del futuro, perché elimina a priori il concetto di sovrapproduzione.
La collezione di arredi Oceana è disegnata per accogliere la fluidità della materia plastica, il movimento dell’oceano, l’organicità degli elementi naturali e per sfruttare le possibilità delle tecnologie di prototipazione rapida, in particolare del processo FDM (Fused Deposition Modelling). Le forme sono plasmate in volumi morbidi, amorfi, capaci di creare un legame forte tra gli spazi naturali che abitiamo e il nostro vissuto di esseri umani”.
Un’ampia seduta a tre posti, sinuosamente levigata come una roccia lambita dalla marea, una poltrona con concavità irregolare in cui annidarsi, un tavolino basso e un mobile da appoggio: i pezzi della collezione adottano un design pienamente organico, somigliano a pietre o a conchiglie consumate dall’erosione delle onde e dall’esposizione agli elementi atmosferici.
Tavoli e sedute hanno volumetrie e profili in cui discontinuità e fluidità si armonizzano, creando un insieme dinamico, senza virtuosismi decorativi. Nei tavoli le cavità interne sono ampie ed enfatizzate, per accogliere libri e oggetti che restano a vista, dialogando con i pieni e i vuoti come in una composizione surrealista o come fossili in cui indagare la morfologia delle strutture superstiti. Anche nelle sedute la presenza di aperture alleggerisce visivamente e fisicamente la massa e offre alloggio agli oggetti.
Azzurro
Gli arredi sono prodotti con tecnologia FDM impiegando i materiali che Tide (in inglese ‘marea’) Ocean SA, supportata da un metodo custom sviluppato da IWK, Swiss University of Applied Sciences, raccoglie e seleziona valendosi di un network di operatori locali del Sud Est Asiatico. Una volta catalogati, puliti e sminuzzati, i materiali plastici ‘oceanici’ – PET, polipropilene e polietilene – sono trasformati in granuli lavorabili per stampaggio a iniezione, in filati e in filamenti per 3D printing.
“L’azzurro trasparente dei materiali di Tide ci parla dei nostri oceani e dei polimeri recuperati. – prosegue Rashid – La tecnologia impiegata nel progetto Circular Ocean Plastic permette di ottenere materiali di qualità che possono essere utilizzati per quasi ogni tipologia di prodotto durevole. Il processo di riciclo è particolarmente avanzato poiché rigenera i materiali plastici rimediando al deterioramento causato dall’esposizione ai raggi UV e all’acqua salata, che i rifiuti hanno subito galleggiando nell’oceano o depositandosi sulle spiagge”.
Passione bio
“Mi piace collaborare con i clienti che desiderano utilizzare materiali o adottare pratiche di riciclaggio nella loro produzione, e cerco di incoraggiarli in questa direzione ogni volta che ciò è possibile. Sono entusiasta, fino all’ossessione, di poter lavorare con materiali plastici sostenibili, biodegradabili, riciclabili o ottenuti da risorse rinnovabili come il mais, la canna da zucchero, le cortecce degli alberi, i frutti come le bacche di açaí. Il cestino Garbo, che ho disegnato per Umbra nel 1999, è biodegradabile perché ricavato dal mais. La Siamese Chair, prodotta da A Lot of Brazil nel 2014, è stampata a iniezione con una resina ricavata dalla corteccia dell’Ipê Roxo, un albero diffuso in Centro e Sud America. Questi polimeri non derivati dal petrolio sono molto più sostenibili delle materie plastiche tradizionali; al momento sto lavorando con diversi materiali biodegradabili, che hanno prestazioni sorprendenti. – conclude Karim Rashid – Posso creare un mondo di oggetti molto simili ai prodotti artificiali, di forme scultoree e confortevoli, usando materiali ecologici e ‘intelligenti”.
A. F.
https://www.solariscommunity.com/
https://www.karimrashid.com/projects#category_1/project_1379